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lunedì 8 marzo 2010

NOI DONNE DI COSTANZA BONDI




NOI
che il giorno 8 marzo per la "Festa della Tonna" in barba al consumismo e ai suoi accoliti:
- non andremo a cena fuori ad intasare i ristoranti, lasciando a casa mariti e fidanzati
- non godremo nel vedere uscire il bel macho dalla torta di finta panna
- non andremo ad assistere agli spettacoli degli spogliarellisti
- non ci inonderemo di costosissimi mazzi di mimose

PROCLAMIAMO
la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutte quelle donne che sono sole, che soffrono, che vivono in situazioni in cui la libertà di azione e di pensiero non è neanche un optional, che proprio in quanto donne subiscono sulla propria persona il segno indelebile di tale condizione, quali:
- le spose bambine
- le infibulate
- le acidificate
- le prostitute contro la propria volontà
- le interdette agli studi, al mondo del lavoro e alla vita sociale
- le obbligate ad indossare abiti religiosi
- le vedove che divengono schiave
- le violentate e le picchiate
- le sottoposte a favori sessuali
- le violate nei più semplici e fondamentali diritti umani


INVITIAMO
ad utilizzare mentalmente tale giornata come momento di riflessione per l'eliminazione di ogni forma e tipo di violenza nei confronti delle donne meno fortunate di noi: dai rapporti di Amnesty International è infatti noto che un miliardo di donne vengano ogni anno picchiate, stuprate, mutilate, assassinate. Basterebbe solo questo singolo dato per far capire che l'8 marzo non è una festa.

AUSPICHIAMO
pertanto che governi, organizzazioni internazionali e ONG lavorino per attività ed eventi al fine di accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.

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