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mercoledì 7 ottobre 2009

15 PEDATE NEL CULO


Abu Omar, ex imam e moglie chiedono 15 milioni di risarcimento
mercoledì 7 ottobre 2009 12:41

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MILANO (Reuters) - L'avvocato difensore di Abu Omar e l'avvocato di parte civile per Nablia Ghali, moglie dell'ex imam, hanno chiesto rispettivamente 10 milioni di euro e cinque milioni di euro di risarcimento per il sequestro del religioso avvenuto nel 2003.

Carmelo Scambia -- legale di Abu Omar -- ha chiesto 10 milioni di euro, definendo "avvilente l'assenza dello stato italiano", e sostenendo che le istituzioni abbiano "evitato di cercare la verità".

Secondo l'avvocato Luca Bauccio, parte civile per Nablia Ghali, "il rapimento fu un'azione non per la sicurezza dello Stato, ma contro la sicurezza dello Stato, che ha tolto un po' di vita ad Abu Omar, a sua moglie e ai suoi familiari".

I funzionari dei servizi segreti italiani e Usa, imputati nel processo, "hanno agito come banda criminale", ha aggiunto Bauccio -- che ha chiesto 5 milioni di euro di danni -- sottolineando che "la nostra collettività non saprà mai se Abu Omar è colpevole o innocente".

Il processo per il rapimento del religioso vede imputate 33 ex funzionari dei servizi segreti italiani e Usa, tra cui l'ex numero uno dei Sismi Niccolò Pollari, con l'accusa di aver rapito nel 2003 Abu Omar -- imputato a Milano per terrorismo internazionale in un altro procedimento -- e di averlo poi inviato in una cosiddetta operazione di "rendition" in Egitto, dove il religioso sostiene di aver subito torture durante la detenzione.

Il 30 settembre scorso nella requisitoria al processo, il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha chiesto 13 anni per Pollari e 26 condanne -- tra 10 e 13 anni -- per ex agenti della Cia, parlando di prove ineluttabili di responsabilità per Pollari e per Marco Mancini, l'ex numero due del Sismi, per il quale sono stati chiesti 10 anni di reclusione.

L'11 marzo scorso la Corte Costituzionale, dirimendo un conflitto di attribuzione fra governo e magistratura, aveva stabilito che la procura di Milano non poteva utilizzare i documenti coperti da segreto di Stato, eliminando in sostanza dal dibattimento alcuni degli atti che hanno consentito i rinvii a giudizio.

I pubblici ministeri durante il processo hanno sostenuto che l'attuale premier Silvio Berlusconi e il suo predecessore Romano Prodi abbiano utilizzato il segreto di Stato per ostacolare la giustizia, accusa respinta da uno dei legali di Berlusconi che l'ha definita un "intollerabile attacco".

Washington ha difeso le "rendition" come un valido strumento di anti-terrorismo che ha prodotto importanti informazioni di intelligence, e ha respinto le accuse di tortura.

Gli Stati Uniti si sono anche mossi formalmente per opporre l'immunità dalle imputazioni a beneficio di un colonnello, tra i 26 americani sotto processo, in base a un accordo Nato che si applica ai presunti reati commessi oltreoceano da personale militare "nello svolgimento del proprio servizio".

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