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giovedì 5 marzo 2009

LO SPORT NEL SOCIALE



LO SPORT NEL SOCIALE


Premessa:

Lo sport, quale autentica manifestazione della persona nella pienezza della sua individualità, improntato di valori etici non poteva non trovare una tutela, sia pur indiretta, nella Costituzione Italiana del 1948. Quest’ultima è permeata tanto nei principi fondamentali che nella parte dei diritti, con particolare riferimento ai diritti sociali, da una particolare attenzione alla persona umana, in ogni sua manifestazione.
La prima parte della Costituzione pone al centro l’uomo, da una visione decisamente funzionale ad una democratica-pluralista: nasce quindi l’idea di persona al centro della società, nella sua duplice dimensione di essere individuale e di essere sociale.
Perciò, è proprio dall’analisi dello sport attraverso la Costituzione che nasce il diritto sportivo, come diritto allo sport e quindi come diritto sociale, circoscrivendone il fondamento di principio non solo all’art. 3 “dei diritti sociali”, ma anche nell’art. 2 , “postulato del contenuto normativo della dignità umana, nonché dell’uguaglianza formale”. È compito primario della repubblica quello di garantire la promozione dell’attività sportiva, mentre è riconducibile alle associazioni, alle società sportive, alla scuola, alle Regioni, ma soprattutto in ambito applicativo ai vari Comuni presenti sul territorio, quello di contribuirne al pieno svolgimento.
La regolamentazione dell’attività sportiva, dunque, ha il suo pieno riconoscimento applicativo negli artt. 2, 3, 18 , e 32 della Carta Costituzionale.
Lo studio dello sport, attraverso i principi sanciti dalla Costituzione, rileva l’affascinante rapporto tra l’esigenza di garantire, indiscutibilmente, il principio di uguaglianza, quale elemento comune di tutte le attività sportive fin dalla ideazione della manifestazione olimpica, attraverso l’evoluzione confluita appunto nel fenomeno associativo, e garantendo concretamente il principio di uguaglianza sostanziale.
In riferimento a ciò non possiamo non affermare che il diritto allo sport è un diritto sociale, ma ancor di più un diritto educativo che interessa in particolar modo le nuove generazioni. Ed è proprio qui che si vuol intersecare il diritto dei nostri figli di fare sport con l’opportunità di educare attraverso esso, soprattutto quando da più parti si evince che i nostri giovani hanno smarrito i pieni valori della società civile.
Da qui il progetto di garantire sport per tutti, ed inevitabilmente quello di educare le nuove generazioni attraverso esso, garantendo una buona crescita psico-fisica e sociale.
A chi è rivolto:
La nostra proposta è rivolta a tutti, ma soprattutto a quelle famiglie meno abbienti che vivono un disagio reale, e che non possono permettersi tali oneri, con un reddito inferiore ai (stabilito da ogni Comune) ………. Euro e con figli a carico di età compresa dai 06 ai 14 anni, con cittadinanza italiana e residente nel Comune partecipante all’iniziativa. (Per quei Comuni con una notevole disponibilità economica, vi sarebbe la possibilità di estendere l’iniziativa fino a ragazzi che non abbiano compiuto la maggiore età, ma anche a famiglie di immigrati regolari, con residenza sul territorio Comunale, in base però ad una doppia graduatoria separata rispetto alle famiglie Italiane).
In che modo:
Attraverso la pubblicazione delle graduatorie negli uffici pertinenti le Politiche Sociali di ogni Comune, il quale si presta ad iscrivere i ragazzi designati nelle liste di tesseramento delle varie associazioni e società sportive aderenti all’iniziativa, ponendosi da fiduciari nella copertura delle spese totali durante l’anno in corso. Inoltre tali spese, possono essere elargite da parte del Comune, con apposite convenzioni, in denaro, in progetti di sponsorship, o dove non sia possibile, con sgravi fiscali a favore delle società o associazioni sportive interessate, o addirittura attraverso lo sgravio degli emolumenti annuali di fitto inerenti l’utilizzo di impianti sportivi comunali.



Andrea Scordella
Marina Rotini

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