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martedì 29 dicembre 2009

INDOVINA IL PORCO



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PRIMA DI PARLARE MALE DI UN PORCO BISOGNA SAPERE CHE E' UN PORCO
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Nato con il nome di Mahmud Saborjhian nel 1956 nel villaggio di Arādān, vicino Garmsar, figlio di un fabbro, si trasferì con la famiglia a Tehrān quando aveva un anno. Il cognome di famiglia, che è un cognome usuale fra ebrei iraniani, che indica che la sua famiglia era di origine ebraica[2], fu successivamente cambiato in Ahmadinejad, che significa "della razza di Maometto" ovvero "della razza virtuosa". Fu ammesso all'Università Iraniana della Scienza e della Tecnologia come studente di ingegneria civile nel 1976. Continuò i suoi studi nella stessa università, entrando nel corso di studi per la laurea di secondo livello (Master of Science secondo la classificazione anglosassone) di ingegneria civile nel 1986, e allo stesso tempo si unì al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, laureandosi infine in Ingegneria del traffico e dei trasporti.

Il piano di studio della laurea consisteva in un programma speciale per le Guardie della Rivoluzione, realizzato da quella stessa organizzazione. Dopo la laurea, Aḥmadinejād divenne professore al Dipartimento di Ingegneria Civile all'Università Iraniana della Scienza e della Tecnologia (UIST).

Nel 1979, fu il capo rappresentante della Università Iraniana di Scienza e Tecnologia (IUST) alle riunioni studentesche non ufficiali che occasionalmente incontravano l'Āyatollāh Khomeyni. A queste riunioni presero anche parte i fondatori del primo Ufficio per la regolamentazione dell'unità (daftār-e taḥkīm-e vahdat), l'organizzazione studentesca che con vari suoi appartenenti presero parte all'attacco contro l'ambasciata degli Stati Uniti e alla susseguente gravissima e illegittima presa di ostaggi statunitensi: avvenimento dal quale data la fine delle normali relazioni diplomatiche fra i due Paesi.

Ahmadinejād, membro di questa organizzazione, prima dell'attacco all'ambasciata propose un simultaneo identico attacco anche contro l'ambasciata dell'Unione Sovietica, ma la sua proposta fu respinta dall'organizzazione[senza fonte].

Nel 1986, Ahmadinejad si offre volontario per prender parte all'addestramento delle forze speciali dei Pasdaran. Gli viene attribuito allora un posto da ufficiale nella guarnigione di Ramazan, stazionata in prossimità di Kermanshah. Tale guarnigione aveva l'incarico di effettuare «operazioni extra-territoriali» condotte dai Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran) e numerosi rapporti suggeriscono che Ahmadinejad fosse all'epoca incaricato dell'eliminazione dei dissidenti in Iran e all'estero, partecipando a operazioni coperte nella regione irachena di Kirkuk e a torture in cui venivano compiute esecuzioni capitali nella prigione di Evin a Teheran. Ahmadinejad divenne in seguito uno degli ufficiali superiori dell'unità d'élite Qods (Gerusalemme) in seno ai Pasdaran. Secondo alcuni rapporti vi furono numerosi omicidi politici in Vicino Oriente e in Europa, fra cui quello del leader curdo ʿAbd al-Rahmān Qāssemlu (Gassemlou) a Vienna nel luglio del 1989[3].

Divenne anche capo ingegnere della VI Armata dei Guardiani della Rivoluzione e capo del Corpo nelle regioni occidentali dell'Iran.

Alla fine del conflitto, le Guardie della Rivoluzione e il Basij che furono inevitabilmente smobilitati,furono scioccati dalla corruzione di certi leader, che si erano arricchiti incamerando illegittimamente beni confiscati durante la Rivoluzione Islamica, oppure svolgendo un ruolo fondamentale nel mercato nero in tempo di guerra. I più devoti dei basiji, di cui faceva parte Ahmadinejad, pianificarono allora un ritorno ai valori morali dei primi giorni della rivoluzione khomeinista[4]. Ahmadinejad non cela il suo attaccamento ai valori del Basij: egli appare regolarmente vestito d'un foulard nero e bianco, caratteristico dei basiji, e parla spesso in termini positivi della «cultura Basij» e del «potere Basij»[5], che gli dimostreranno tutto il loro sostegno attivo nel corso degli incidenti esplosi l'indomani delle elezioni presidenziali del giugno del 2009, in cui la percentuale stimata precedentemente dei consensi degli elettori (non particolarmente rilevante), risultò incredibilmente ingigantita dai risultati ufficiali di uno scrutinio accusato apertamente di manipolazione e di broglio.

Dopo la guerra Ahmadinejad divenne vice-governatore e poi governatore delle città di Maku e di Khoʾi, consigliere per il Ministero della Cultura e del Consiglio Islamico e poi governatore delle nuove province di Ardabil dal 1993 all'ottobre 1997.

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